Temi D’Agostini (detto Dudi), è nato a Torino nel 1949 e si è diplomato in Scenografia all’Accademia Albertina di Belle Arti, ha inoltre frequentato i corsi di Pittura di P.Martina e quellidi Incisione di F.Franco.
Negli anni '70 ha lavorato come scenografo al Teatro Stabile di Torino come assistente di E. Luzzati e in seguito con diverse compagnie tra cui  La Nuova Scena di Bologna, La Contrada di Trieste, il Teatro Proposta di Torino. Questa attività è proseguita fino agli anni '90-2000 con diversi  allestimenti tra cui: Gassman legge Dante, Riconversione,  Urban Edge Show .



…lo spettacolo ha una sua freschezza e una notevole carica di “teatro”. Il rigorismo logico al quale è improntato si stempera spesso ed efficacemente nella pagina scenica che è composita e ricorda una tecnica da collage che dà smalto all’azione e alla parola.  (F.Z.)
”La ballata dello spettro” al teatro di Ca’ Foscari a Venezia
"



Negli stessi anni  si è dedicato alla pittura e all'incisione inizialmente  partecipando a mostre collettive e  realizzando numerose edizioni di grafica per l’atelier di Marco Noire tra cui una cartella sul “Flauto Magico” di W.A.Mozart e un libro con 21 incisioni ispirate a “La Terra Desolata” di T.S.Eliot.

Dal 1987 al 2000 è stato titolare  del “Laboratorio Stella” dove ha realizzato propri lavori ed edizioni di litografia artistica per Emanuele Luzzati, Enrico Paulucci, Francesco Franco ed altri numerosi artisti torinesi.


…da pittore Dudi riduce al piano con turbinosa spontaneità i frammenti gli strappi i ritagli di un mondo or ora scompaginato rotto sparpagliato, non per gusto  blasfemo ma per il piacere di poterli vedere, i frammenti gli strappi i ritagli, riassestarsi in un mondo ulteriore ancora tutto pieno di vento bizzarro che ne ha travolto la prima immagine; come bricoleur  Dudi agisce sulla precarietà della scena, che affida al divertimento della sostituzione, alla grazia leggera del decorare.
La felicità è lì proprio: nel gioco dello scompigliamento e del ricomporre a prova;
e se la prova è assunta a modello di chi la vive visivamente o con tutto il corpo,
tanto di guadagnato. I fiori si sa, di terra di mare di aria sono occasioni perfette
.

(P. Mantovani per la mostra “Decoupage”- 1994)


"... opere che sono intanto indicazioni di un modo d'intendere certi linguaggi e il loro uso: non il chiuso delle tecniche ognuna giustificata per sè in un qualche risarcimento artigianale, ma la messa a dimora di linguaggi al servizio di u più rapido e flagrante gioco di immagine e di gesto pittorico.
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(P. Fossati per la mostra di incisioni 'Paesaggi' - novembre 1988)

Dal 2000  Dudi D’Agostini continua la sua opera di ricerca e sperimentazione nel suo studio di V.Vanchiglia  e tiene il Corso di Litografia e Tecnica della Stampa Litografica al Dipartimento di Grafica d'Arte dell'Accademia Albertina di Belle Arti.

Dal 1990 in poi ha presentato i suoi lavori con opere di pittura, grafica, collages, video e video installazioni in numerose mostre personali presso la Galleria Recalcati, Le Arcate e l’associazione Amici del Po ai Murazzi, al Circolo Culturale Dar–al Hikma, lo spazio Banfo 43 e a Milano presso Space 4 Free.

“… è la pittura (o più precisamente il particolare procedimento di pittura e collage) nella ricchezza e complessità delle sue stratificazioni e articolazioni, a diventare protagonista della scena proponendosi come realtà completamente autonoma, non subordinata a estrinseche esigenze di rappresentazione della realtà esterna; tutto ciò rimanendo all’interno di una comprensibile figuratività” (F. Poli per la mostra di pittura ‘Modelle’ - marzo 1998)

" Le immagini smontate e ricostruite, diventano metafora di una condizione esistenziale inquieta, caratterizzata dalla autocoscienza della impossibile definibilità oggettiva del reale, del prevalere del divenire sull'essere [...] che trova la propria forza nella coscienza della propria intrinseca provvisorietà.

[...] La scelta di una narratività facilmente comprensibile nasce semmai da un'idea democratica dell'arte, a cui ripugna ogni forma di intellettualismo criptico, incomprensibile ai più e quindi elitario. In questa scelta è figlio della pop art ma non ne è epigono, perché in lui prevale un'autonomia di ricerca estetica, che lo avvicina più a Alex Katz che a Andy Warhol.
"
(G. Curto per la mostra personale 'Pop Diatape' - giugno 1999)

" I volti delle belle brunette e delle biondine catturati nel momento estatico del godimento da Dudi D'Agostini rimandano volutamente all'immaginario della cultura di massa che da sempre ha il compito di accogliere tutto ciò che la cultura alta esclude. Il trucco marcato, lo sguardo negato, la bocca socchiusa, la grandezza stessa dei lavori simili ai grandi manifesti pubblicitari di cui sono tappezzate le metropoli di tutto il mondo: tutto rimanda a quel regime di trasparenza e di totale visibilità della realtà in cui il corpo in carne e ossa viene rimosso a beneficio di un modello ideale. L'artista sembra però voler interrompere questo processo di smaterializzazione introducendo elementi simbolici che riconducono le figure in un ordine di materialità e concretezza.
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(G. Serusi per la mostra personale 'Women in ecstasy' - giugno 2004)


" Per Dudi D'Agostini la tecnica del fotocollage è il modo più adeguato per poter registrare in presa diretta, con una certa oggettività, le sue visioni della realtà attraversate e vissute  e allo stesso tempo per potere interpretare queste esperienze trasformandole in chiave espressiva e anche fantastica. Le sue tele fotografiche, e anche le sue fotolitografie, presentate in questa occasione possono essere definite come delle ampie pagine di un reportage che non vuole documentare in modo descrittivo la grande realtà urbana del Cairo, ma vuole coglierne per così dire l'essenza vitale e culturale attraverso frammenti e scorci emblematici caricati di tensione estetica attraverso sintesi e fusioni di immagini che entrano dialetticamente in relazione fra loro."
(F. Poli per la mostra personale 'Il Cairo... la bellezza che apre le tenebre' - novembre 2005)